Sestina finalisti Premio Wondy 2024

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il manifesto di wondy

Non credo nelle favole.
Ma amo leggerle, e mi piace scriverle.
Non credo nel destino.
Ma lo so affrontare.
Il dolore, la paura, la guerra, la mafia, il terremoto, la malattia, la morte: esistono.
Non serve a nulla guardare dall’altra parte, fingere di non vedere.
Ma si può usare un altro punto di vista, che ha il potere di cambiare tutto.
Io l’ho imparato, l’ho capito, l’ho vissuto.
Si può sorridere, ad esempio. E anche ridere.
Si può stringersi gli uni con gli altri.
Si può parlare, scrivere.
C’è una parola per questo, difficile e importante, che significa non arrendersi, non tirarsi mai indietro. Non lasciare la partita.
Resistere agli urti della vita senza spezzarsi.
Andare avanti a testa alta, sempre avanti. In ogni caso.
Questa parola è resilienza.
È una parola che merita attenzione.
Che va raccontata, spiegata, diffusa.
Che voglio portare nel mondo, in tutti i modi che conosco e che mi verranno in mente.
E che ci verranno in mente, perché io ho bisogno di una mano, da tutti voi.
Possiamo fare tanto di buono insieme. Solo se insieme.
Perché io non sono Francesca Del Rosso, non sono Wondy.
Ma Wondy sono io.

FRANCESCA

Quando Francesca Del Rosso decise di scrivere la sua storia dal momento della scoperta di un tumore, scelse di rispolverare il vecchio nominativo con cui la chiamavano gli amici all’università: Wondy, da Wonder Woman. Perché per affrontare le operazioni, la chemioterapia, le recidive serve essere forti, ottimisti, solari. In una parola: resilienti.
Wondy Sono Io indica che tutti, di fronte a piccole o grandi avversità, possono trasformarsi in supereroi.
Francesca adorava la letteratura. Per lei scrivere era un’urgenza. In suo nome l’Associazione si adopera per sensibilizzare sulla capacità di trasformare le difficoltà della vita in opportunità. In suo ricordo nasce il ‘Premio Wondy – di letteratura resiliente’.